Togliere il ciuccio a 4 anni: una storia vera
Oggi scopriamo come e perché togliere il ciuccio a 4 anni, a partire da una storia vera: la storia di Terry.
Cosa accade se a 4 anni ancora non si è riusciti a togliere il ciuccio?
Perché raggiunta questa età il bambino non può esimersi dall’abbandonare il proprio ciuccio?
Oggi ti racconto una storia. È la storia di una bambina dagli occhioni color nocciola, che per convenzione chiameremo Terry.
Togliere il ciuccio a 4 anni: la storia
Terry ha 4 anni e mezzo, tanta energia, e una grande voglia di comunicare.
Felice, proprio come tutte le bimbe della sua età dovrebbero essere, Terry è sempre sorridente, e non si sottrae mai al gioco.
La mamma, preoccupata, mi contatta circa un anno fa per un problema ormai evidente: a 4 anni e mezzo non riesce ad articolare bene il linguaggio, e di conseguenza parla molto ma in un modo poco intellegibile.
Arrivano nel mio studio. Terry è subito disponibile alla relazione. Mi sorride, le sorrido, l’empatia è immediata. Noto subito il suo morso aperto anteriore (i denti incisivi superiori e inferiori non si sovrappongono come dovrebbero).
Terry è uno spasso. Le chiedo “Com’è andata quest’anno con Babbo Natale?”. E lei: “Tete”.
E io: “cosa ti ha portato?”. E lei mi dice: “Una tatola, una tata delle tatole, e tatta”
Interviene la mamma che traduce: ”Una bambola, una casa delle bambole e basta”.
Siamo di fronte ad una forma di tetismo: il suono /t/ prevale spudoratamente su tutti i suoni.
Mi rivolgo verso la mamma e le chiedo: “Quando ha tolto il ciuccio Terry?”.
La mamma, stranita, non capisce la pertinenza della mia domanda, ma con sguardo basso mi dice che lo usa ancora.
E continuo con le domande: “quando lo usa e per quanto tempo? Come lo porta in bocca il ciuccio?”.
La mamma mi spiega che nella scuola materna il ciuccio è stato vietato, quindi sin dall’inizio dell’anno scolastico la bambina ha accettato questa regola. Ma all’uscita dalla scuola, appena varca il cancello, richiede il ciuccio, che le viene concesso per tutto il pomeriggio fino a notte fonda, quando ormai dorme beata.
Dalle 16 alle 21 Terry aveva sempre il ciuccio in bocca, anche quando parlava. Motivo per cui la sua lingua non poteva essere libera di muoversi e di sperimentare i differenti punti di ancoraggio che permettono di produrre i vari fonemi.
Si era innamorata follemente del fonema /t/, perché mentre lo produceva la sua lingua era in grado di bloccare il ciuccio evitando di perderlo. E quindi poteva “parlare” senza rinunciare al suo adorato compagno di vita.
Perché togliere il ciuccio a 4 anni
L’abitudine di succhiare il ciuccio è andata avanti fino a 4 anni e mezzo; età in cui Terry, con la sua grande voglia di comunicare ed essere capita, provava un grande senso di rabbia nel vedere che compagni e familiari non comprendevano ciò che esprimeva. E più tempo passava, più la situazione peggiorava.
Togliere il ciuccio a 4 anni è una necessità, sia per il fisiologico sviluppo orofacciale del bambino, che per il suo equilibrato sviluppo psico-fisico.
Terry, prima di togliere il ciuccio dalle proprie abitudini, era una donnetta che pur essendo squisitamente socievole e desiderosa di relazionarsi con i suoi amichetti, a scuola tendeva a giocare da sola, per non sentirsi in difficoltà di fronte ai compagni che non la capivano. Provava spesso rabbia, perché persino le maestre avevano difficoltà a comprenderla. E a casa si sfogava, picchiando la mamma e piangendo quando anch’essa non la capiva. Ma sempre senza togliere il suo amico ciuccio dalle labbra.
Oggi, a un anno dall’abbandono del ciuccio, dopo un percorso logopedico e i monitoraggi svolti nell’arco di questo anno, nonché un eccellente lavoro a casa da parte della famiglia, Terry si esprime bene, si fa capire, e ha probabilmente riscoperto una nuova sicurezza nella relazione con i suoi coetanei e con le maestre.
Come togliere il ciuccio a 4 anni
Ti starai chiedendo: “Ma come avranno fatto Terry e i suoi genitori per togliere il ciuccio a 4 anni?”
Ebbene a volte la paura del cambiamento degli equilibri è più forte in noi genitori che nei bambini.
A Terry è bastato sentire le mie parole rivolte alla sua mamma in merito alle conseguenze che il ciuccio aveva avuto sul linguaggio, per attivare in lei una forte leva motivazionale. Terry era pronta per lasciare il suo ciuccio! Forse aveva solo bisogno che qualcuno glielo dicesse.
Infatti, la sera stessa dopo il nostro primo incontro, Terry aveva gettato nella pattumiera con un gesto di rabbia il suo ciuccio, perdendo per sempre questa sua abitudine.
Conclusioni
Questa storia vuole essere un esempio concreto di come togliere il ciuccio a 4 anni possa già comportare problematiche sullo sviluppo del linguaggio, nonché disagi emotivi per il bambino.
Negli articoli presenti su togliamoilciuccio.it abbiamo visto però come l’utilizzo eccessivo del ciuccio possa impattare anche su tutte le funzioni orali, non solo sul linguaggio.
Per questo, senza dubbio il ciuccio deve essere considerato come un alleato, purché il genitore sappia quando togliere il ciuccio e come farlo nei giusti tempi.
A conclusione di questo articolo, voglio lasciarti con il sorriso sereno di Terry, che oggi parla con i suoi compagni, che ha una autostima e una fiducia in se stessa più alte, che non ha più bisogno di arrabbiarsi e di picchiare la mamma perché il suo linguaggio oggi funziona!
E ti saluto immaginando questa mamma che mi ha confessato di essersi sentita tanto in colpa per non aver tolto il ciuccio prima, e che già si poneva il dubbio di quando toglierlo al suo secondogenito di 18 mesi.
Ogni bambino è un mondo a sé, e come tale va rispettato e trattato. Ma di fronte a situazioni come questa dobbiamo avere le idee molto chiare: avere un ciuccio in bocca a 4 anni, per giunta per varie ore al giorno va oltre la giusta misura.
A presto
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